Ma guarda come cambiano, i tempi.
Pochi minuti fa, mentre tiravo fuori dal cestello della lavatrice (a proposito: grazie, mia nuova lavatrice, che centrifughi a mille giri) la divisa da cucina di Pietro, così bella e piena di significati e di promesse, pensavo.
Pensavo che non so cosa darei per essere lui, che oggi ha imparato a fare la purée, le crocchette di patate, le patate fritte (ma proprio comme il faut, mica quelle precose surgelate che rianimo nel microwave con la funzione crispgrill) e le patate duchessa.
Poi, lo ammetto, ho anche pensato come cavolo mai si farà, a stirare un cappello da cuoco?
E poi ancora, in camera sua, mentre con la luce bassa per non svegliarlo stavo facendo il nodo (lo so fare con lo scappino, eh? mica pizza e fichi…) alla cravatta, bellissima, della sua divisa di ricevimento, pensavo.
Pensavo che mio padre (che tra l'altro mi ha insegnato a fare il nodo con lo scappino), se gli avessi chiesto di andare, anziché al classico, all'alberghiero, mi avrebbe come minimo riso in faccia.
Davvero, i tempi cambiano: io liscio la divisa da cucina di Pietro prima di stenderla, affinché, nonostante il fatto che io sia una pessima stiratrice, risulti perfetta. E penso.
Penso che, con un po' di buona volontà e un po' di fortuna, un giorno avrà il mondo in mano.
soundtrack: