via dalla pazza folla

ikeaSì, occhei trascinarsi a casa come trofeo un tappeto di sisal nuovo a prezzo stracciato.
Va bene anche fare la scorta di perversioni gastronomiche in vista del sabbah 😉

Ma vuoi mettere, quanto è bello fare inversione ad U per mollare l’imbocco della tangenziale invaso datuttiquellichescappanoperilponte e sfrecciare leggera verso il centro, assolutamente deserto?

Tornare a casa stanca ma finalmente sola.

E, con la pioggia che canta di fuori, ascoltare i Radiohead, per la prima volta da una nuova voce.

Il primo, vero regalo.
Dopo tanto tempo.

🙂

soundtrack: Weird fishes, Radiohead

la figlia di ryan

babyBambino mio,
ti porta il mare,
ti culla l’onda,
ti veste il fuoco.
E calde le tue piume,
chicco di grano…
nuvola sottile,
piccole mani;
e là dove sarai
ti porto il mare,
se il mare è asciutto,
il mio dono è pioggia…
Ma dormi il tuo riposo,
e ti darò il vento,
se il vento è tempesta
lo caccerò lontano.
Ma dormi e non pensare,
avrai un amico cane,
e abbaierà alla luna
e i rospi nel fossato
e il tuo campo di dalie
e l’albero di pino
e l’ombra dei suoi rami…
Ma racconta a me i dolori
perchè già sai.

D’accordo, è un po’ melensa.
Però te la cantavo quando eri piccola.
E intanto ti immaginavo da grande, pensavo che saresti stata fiera in battaglia, e lieve al corso
tanto che, quasi un vento sopra l’erba
correndo, non avrebbe anco de’ fiori
tocco, né de l’ariste il sommo a pena;
non avrebbe per l’onde e per gli flutti
del gonfio mar, non che le piante immerse,
ma né pur tinte.

Ti ho chiamata Camilla proprio perché ti sognavo così: fiera e delicata.

Oggi hai quattordici anni e lo sei, te l’assicuro.

Buon compleanno.

soundtrack: Canzone della bambina portoghese, Francesco Guccini

limelights

Per il weekend aspetto visite 🙂
E siccome sono un animale sociale, arruffo le penne e me le lustro a dovere, non per fare bella figura, ma per offrire a chi verrà il meglio di me.

Per esempio, oggi, ho sistemato i balconi, soprattutto quello "grande": in previsione di esotiche abbuffate notturne (sperando che il clima sia dolce e magari il gelsomino fiorisca) ho potenziato il parcolanterne.

lumi 1

lumi 2

lumi 3
Oooops, forse ho esagerato.

Chissà cosa diranno i vicini.

soundtrack:  Luci ah, Lucio Battisti

la vera gola profonda

foxVoi credete per caso che Alga sia una santa?
Che sia una duraepura, consacrata anima e corpo alla celebrazione della veracucina?

Beh, vi sbagliate di grosso.
Anche lei ha le sue perversioni: in determinati orari e al cospetto di certi testi ritrovaticonsisacome, può trasformarsi -oplà- in unaveraporcadentro.

Incaricata di preparare le salse per il bbq di domenica, dopo essersi espressa nella maioneselimonosa e in una prima assoluta di bernese, la nostra eroina, curiosando nella sua farcitissima biblioteca culinaria, si imbatte casualmente in questo libro.

Trattasi di un ricettario (sifaperdire) messo insieme alla bell’e meglio da un centinaio di exallieve di un college di Middleburg, Virginia.
Sono tutte ricette very american, che anche da una cuoca scarsa di qui possono essere tranquillamente considerate pocopiù che monnezza.

Tipo:
chicken and sour cream (pollo in salsa acida), con una lattina di zuppa di funghi campbell’s, però.
cheese fondue (fonduta di formaggio), con il kirsch, beninteso.
beef ragout with prunes (ragù di manzo alle prugne), con una confezione di Flako pastry mix, mi raccomando.
tamalie goo (intraducibile), e ci vogliono per forza i Grandma’s Spanish Peppers, altrimenti non viene bene.
e via così.

Ma per l’Alga, quest’accozzaglia di maialate ha un fascino tutto particolare, perché si rivede a trentanni, spersa e innamorata nella rigogliosa campagna virginiana, alle prese con il suo romantico sogno di futura sposa.

E quindi, dopo aver cacciato i kids in branda e ormai sola in cucina, si lancia nella preparazione del famoso French Dressing, ricetta graziosamente fornita da Nancy Carnegie Rockefeller nel 1919.

Vi risparmio l’elenco degli ingredienti, che sono tra i più bislacchi.
Basti sapere che, alle undicidisera del sabato, mentre altri più fortunati se ne stanno al cinema, o comodamente divanati o ancora si scambiano coccole e/o umori fisiologici, Alga sta buttando per aria la casa alla ricerca disperata del tabasco, che proprio ci vuole.

Verso mezzanotte finalmente lo scova nel fondo della dispensa.
E lo aggiunge, felice, alle altre diecidodici schifezze che compongono la salsa.

Che subitamente assaggia e, minkia, le pare pure buona.

Vassapere.

soundtrack: Wonderful tonight, Eric Clapton

beautiful

C.: Ma Nefertari era Nefertiti?

me: ?

C.: Cioè, erano la stessa persona?

me: Mannò, Nefertiti è vissuta molto tempo prima.
        Ed era bellissima. Veniva dalla Nubia, aveva la pelle scura.
        Il suo nome significa è arrivata la bella, oppure bella che viene
        da lontano
.

C.: Era più bella di Naomi Campbell?

me: Io credo di sì, non so, vedi tu.


C.: E beh.

soundtrack: Lontano lontano, Luigi Tenco

liberazione

Oggi, a sorpresa, sono stata invitata in un posto speciale.

Ho attraversato questa porta

porta
con le macchie di sole che giocavano sul pavimento, e mi sono ritrovata nel mio giardino preferito.

gia
È un giardino minuscolo, un giardino proustiano.
Non è mio ma lo amo come se lo fosse, tanto che – quando ce n’è bisogno – vado a bagnarlo, soprattutto d’estate quando i suoi proprietari non ci sono.

Abbiamo mangiato sotto il glicine

glicine
e tutto sembrava perfetto, anche se abbiamo rabastato un pranzo lipperlì, con quello che avevamo.

E dopo

tab
anziché buttarmi nella calca cittadina per vedere Beppe Grillo, ché non me ne potrebbe fregare di meno, del vaffadaycontroigiornalisti e poi tanta gente insieme mi fa paura, mi sono incantata a guardare un guscio d’uovo azzurrino di piccolo uccello

uovo
e, all’ombra del melocotogno, mi sono straziata (ma dolcemente), a leggere questa roba qui


che mi ha prestato l’Ada.

Oh.

soundtrack: Dove sei tu, Cristina Donà

ravanello pallido

Mmmhhh.

Credo di aver mangiato la cosa più buona del mondo.

Essa consta nel divellere (divellere?) i ravanelli dalla terra dell’orto, correre a casa, sciacquarli immediatamente, asciugarli, sfiorare con essi il barattolo (aperto) del salefino e tuffarli nel burro ammorbidito.

Dopodichè, ovviamente, gnam.

soundtrack: Se c’è una cosa che mi fa impazzire, Mina

il lungo addio 2

lavaboMentre mi preparavo per uscire, uno dei due orecchini rotondi con i cristallisvarowsky rossi e rosa è caduto nello scarico del lavandino.

Era un regalo di compleanno, ci tenevo.

Ho sentito una fitta di dispiacere, come una cosa che brucia.
Dopo qualche minuto (quasi) più niente.

Non è che sia passato.
È che me lo tengo lì assieme agli altri addii.
Ne ho una serie così lunga, che non val la pena di menzionarla.
Solo un altro addio, tutto lì.

Tornando a casa, pensavo che alla fine, ogni volta che ho qualcosa o qualcuno, è proprio quello il momento in cui comincio a dire byebye.

Ma poi, fuori, finalmente si sentivano i grilli.

E quindi, vabbe’.

soundtrack: You can’t always get what you want, The Rolling Stones

novocaine 2

borsaQuesta bellissima borsa di probabile manifattura cinese, acquistata per dieci euri stamattina al prestigioso mercatodellacrocetta, è un dono del mio dentista.

Ne avevo già scritto in precedenza, di quanto la sua mano fosse leggera e indolore, ma oggi è stato veramente carino.
Cioè, mi ha amorevolmente riattaccato la capsula, detartarizzato quasi tutta l’arcata dentale inferiore, diagnosticato una tasca gengivale (con previsioni catastrofiche, vabbè, ci sono abituata, però nel frattempo me l’ha medicata col gel) per assolutamente (uditeudite) zero.

Una stretta di mano e un sorriso, chediolobenedica.

Uscita pimpante dal suo studio, ho deciso di fare questa spesa pazzesca, dopo tanto tanto tempo che non mi lanciavo nello shopping sfrenato.

La borsa in questione presenta almeno tre innegabili vantaggi:

1. è rossa, e va con tutto
2. è bella capiente (di solito mi porto la casa dietro)
3. è nuova, quindi vuota (ché io son pigra, non so se l’avete capito) di biglietti: ferroviari, del cinema, del bus.

Il punto tre mi è particolarmente useful, in questo periodo.

Occhei, ho fatto una roba osé.

Ma ditemi che ho fatto bene, dai 🙂

soundtrack: My way, Sex Pistols