questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo

C’è poco da fare, io mi sento sempre più sbombazzata.

Alighieri, passami la canna.
Pare che Dante facesse uso di spinelli (e forse, anche di mescalina).
Secondo la studiosa di Italianistica Barbara Reynolds, le visioni del Paradiso non si spiegherebbero in altro modo.
Boh.

A carnevale mi vesto da Gesù.
Quest’anno sono disponibili dei kit comprendenti parrucca, barba finta (nelle versioni biondo e castano scuro) e corona di spine in lattice.
Incommentabile. E triste.

Egregio Direttore.
Veronica ha scritto una lettera per esigere pubbliche scuse da parte di Silvio che avrebbe fatto strane dichiarazioni ad alcune bonazze durate la cena di gala dei Telegatti. La Repubblica gliel’ha pubblicata.
Ma non ce l’avevi un altro modo per chiederle, ‘ste scuse?
Ezio Mauro è impazzito?
Ci stanno a prendere per il culo (i Berlusconi, dico)?

Risparmio energetico.
Tra le altre cose (veramente originali, tipo ricordarsi di spegnere la luce quando si lascia una stanza: sai che non ci avevo mai pensato?) suggeriscono di fare la lavatrice ogni 15 giorni.
Vale solo per i single o anche per le famiglie numerose?
Certo, se uno c’avesse uno sconfinato parco-mutande e una lavatrice industriale da 16 chili di carico…

Pochi, maledetti e subito.
Negli Stati Uniti un vecchietto di 85 anni ha vinto alla lotteria 254 milioni di dollari.
Siccome non li consegnano (giustamente) tutti in una volta e, secondo i calcoli ci metterebbero circa 104 anni, il signore in questione ha scelto l’opzione altenativa. Cioè la metà, in una botta sola.
Poco più di 120 milioni di dollari. A malincuore, eh?
Chiamali pochi.

Yuk! (trad. it.: che schifo!)
Alla cerimonia di consegna dei Telegatti, il chewingum che Fiorello stava masticando è passato di bocca in bocca, per la cronaca quella di Bisio e di Incontrada.
Il fatto viene riferito come ultima frontiera dell’idolatria.

Mi ha quasi ucciso col viagra ma la perdono perché mi ama.
Una tipa ha fatto bere al marito che non la cagava un bicchiere di vino in cui aveva sciolto due pastiglie di viagra, causandogli un infarto.
Salvato per un pelo, ora lui dice di amarla più di prima.
Se due così si sono trovati e sposati, un motivo ci sarà.

La tigre in omaggio.
Ho trovato nella buca un libretto con dvd in omaggio. È un documentario sulla tigre delle paludi.
Fa parte di una serie per ragazzi che si chiama Natural [born (e questa è mia) :-D] Killers, predatori visti da vicino.
Il volantino allegato promette scene mozzafiato e terrorizzanti.
Ma come, la nostra dose normale di violenza quotidiana non è abbastanza?
Se nella busta trovo anche la zampa d’oro (sic!) mio figlio ha diritto ad un misterioso pacco-regalo.
Sarà un set di mazze chiodate?

L’sms della strizzacervelli (testuale).
Telef surreale quella di ieri sera con te.
Devo avere perso i sensi 🙂
Sto ancora male, anzi peggio.

Non so voi.

soundtrack: Dall’altra parte del cancello, Giorgio Gaber

voci lontane… sempre presenti

Mi chiama la mia amica A., mezz’ora fa.
Lei fa la strizzacervelli.
Mi dice che ha l’influenza, mi domanda come sto, che ho fatto la settimana scorsa.
Io comincio a raccontare. Poi, quando tento di farmi dire qualcosa da lei, non risponde.
Sembra che dorma, ma non è proprio così.
In effetti è sveglia, ma come assente, dice che le sta scivolando la cornetta e sta vivendo un’esperienza di "spersonalizzazione".
O_o

Dice che è molto piacevole.
Dice che le sto dicendo delle cose troppo profonde (in realtà le sto raccontando dello stage di tango, non mi sembra una cosa esageratamente profonda).
Pare che la mia voce le faccia un effetto onirico-rilassante.
Anzi, mi chiede: ti prego, va’ avanti così…

Io sono molto divertita da questa situazione.
E oltretutto la mia voce è bella pimpante stasera.
Sono in gran forma 🙂

Ma non so cosa pensare.
Che devo pensare?

soundtrack: Sometimes it snows in april, Prince

ritorno al futuro

«Il professor Rosenthal dell’università di Yale ha oggi illustrato la sua nuova strepitosa scoperta scientifica, mentre era in ascensore, tra il primo e il secondo piano.
E cioè: è possibile ricavare cellule staminali dalle frittelle.
Sempre che qualcuno ne abbia messe un po’ nell’impasto.»

Posso essere incazzatissima, posso essere furiosa.
Posso essere terrorizzata dalle bollette.
Posso essere triste.
Posso anche essere lì in macchina che piango disperata (piango quasi solo in macchina, quando ho scaricato i kids, così nessuno mi vede, a parte gli altri automobilisti ai semafori).
Ma Vladimir Luxuria, nelle cronache dal futuro (alle diciottoetrentadiciannove circa su radio Capital) mi mette -almeno- un sorrisone sulle labbra. Sempre.
Quando non mi fa sganasciare.
Anche piangendo, sì.

Non è una bella cosa?

soundtrack: My funny Valentine, Chet Baker

play it again, sam

Ho appena finito di farne un’altra.
Lo so, forse è troppo presto ma avevo un sacco di nuova musica, non ho resistito.
Stavolta  è una cosa da ninfe marine, bisogna ascoltarla con gli occhi chiusi e ti senti cullare dalle onde di un mare calmo nel mese di settembre. Ma un mare profondo, eh?
Stavolta non ho avuto bisogno di sentirla tre volte, mi ha fatto subito venire cinque centimetri di pelle d’oca.
Comincia con i grilli, finisce con le cicale e dalle orecchie ti va subito nella pancia.

Sarà che oggi pomeriggio ho ballato così bene.

soundtrack: I am the sea, The Who

prendi i soldi e scappa

Centoquattroeuro :-/
Stamattina, cagati così, all’ufficio postale.

Non guardo la TV.
Non ho neanche il cavo dell’antenna.
Il satellitare terrestre, fortunatamente, si è scassato un anno fa.

Però ho un computer, pare che conti.
Quindi non posso nemmeno rottamare l’odiato apparecchio multicanale.
Ovviamente, se non mi avessero sgamata, non pagherei.
Ma tant’è.
Meno male che ho imparato a fare il bucato a trentagradi.

soundtrack: Money, Pink Floyd

kitchen stories

Che bello, finalmente domani apre Eataly.
Nei giorni scorsi mi sono guardata più volte il sito, sbavando per la maggior parte del tempo.
Siccome odio la ressa, credo che potrò resistere ancora per una settimana.
Ma il prossimo week-end, giuro che ci faccio una fullimmersion come si deve.

Giusto per farmi venire un bell’attacco di sindrome di Babette.

E una vera lezione di cucina, prima o poi, non me la leva nessuno.
🙂

soundtrack: Eat me, Arkarna

la dolce ala della giovinezza

Quando stamattina ho visto l’articolo di Paolo Ferrari su Torinosette, me ne sono accorta anch’io.
È vero, sono passati già dieci anni.
Sono passati come un sospiro.
Ti avevo perso di vista, da un po’ di tempo.
Ma continuavo ad ascoltare la tua musica: ero pur sempre una tua groupie 🙂
Quando l’ho saputo ero fuori dal giro.
La Cami aveva due anni, aspettavo Pietro, credevo di essere "felicemente sposata".

Ma ci pensavo (ci penso), ogni tanto, a te.
Ho ancora il 45 giri dei Blind Alley, con la tua buffa dedica: alla più brava cantante del mondo. Figurati.
E il tuo lungo baciocolcasché, alla fine del mio primo concerto, non me lo scordo più.
E le tue lezioni di chitarra, che io, più che guardare la tastiera e la mia mano sinistra, guardavo i tuoi occhi, così belli.
Infatti, non ho mai imparato una cippa, salama che son sempre stata.
Perché in fondo eravamo un po’ tutte innamorate di te.
Perché, come dicono i tuoi amici, volerti bene è stato così facile.

soundtrack: Whistle march, Blind Alley

lezioni di tango 11

Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.

Adesso basta.
La mia schiena non è la pulsantiera di un citofono.
Se mi segnali un ocho indietro cacciandomi le dita tra le scapole, mi lasci i lividi e in più non capisco cosa vuoi.
Non me lo fai capire neanche facendo uno zompo a sinistra.

Se faccio pressione sulla tua mano sinistra, non mi devi dire che ti faccio perdere l’equilibrio: sei un uomo, o un budino?
Se vuoi che faccia un bell’ocho avanti, devi lasciarmi lo spazio per farlo, no?

Non posso stare attenta io, a dove stiamo andando.
Abbiamo speronato il 70% delle coppie, mi sarei seppellita.
E per fare un panino, mi devi stoppare TU.
Altrimenti continuo a volteggiare all’indietro, capito?
Per favore, dammi almeno una gamba da scavalcare. Sennò che cazzo di panino é?

E il piede che mi stoppa, va di fianco al mio, non sopra.
Clarooooooooooooooooooooooooooooo?

Uffa.

p.s.
Avete già capito che ho ballato (beh, in questo caso "ballare" è una parola grossa) con Puzzola, vero?

soundtrack: Nun me scuccia’, Pino Daniele

dressed to kill

Scusate, post frivolo*.
Ieri mia madre è impazzita.
Mi ha invitata a cena con i kids e dopo mi ha spalancato le porte dei suoi numerosi armadi.
In passato è stata una donna mooooolto vanitosa.
Ho ancora un ricordo proustiano di lei che mi veniva a baciare mentre ero già a letto, prima di uscire.
Profumava di Caron e aveva uno strepitoso vestito di chiffon nero con stampa di rose rosse.
Bionda platinata con lo chignon. Bellissima. Irraggiungibile.
E ieri sera mi ha detto le parole che qualsiasi bambina avrebbe sempre voluto sentirsi dire: prendi pure quello che vuoi.

Ero paralizzata.
Così, ho fatto una timida mossa. Per ora ho acchiappato solo questo pigiama palazzo dei primi Ottanta (poi si vedrà, per il vestito di chiffon sto prendendo la rincorsa) con i polsini alti e i bottoni-gioiello.

Signorine che passate di qui (e nella fattispecie Cilvia, Gine, Estrellita – credo di conoscere un po’ i vostri gusti): è o non è fikissimo?
Prima di andare a dormire, coraggiosamente, me lo proverò.


soundtrack: Absolute beginners, David Bowie

*(e piuttosto incasinato, sto imparando a scaricare e a postare foto fatte da me)

miracolo a milano

È stato un grande weekend 🙂
Ad ennesima riprova che, in fondo, la virtualità non esiste.
Ho conosciuto un bel po’ di persone molto più che piacevoli, e abbiamo fatto un sacco di cose. Ecco qua:

Casacilvia.
Una bella famiglia in una casa coloratissima, di quelle che piacciono a me.
Due gattine timorose e un cane golosastro.
Marco, il capo, che tra le altre cose è un cuoco da favola (per intenderci, l’unico maschio che mette i piatti a scaldare in forno quando prepara il risotto).
Il magico Tommi, asso del minibasket.
Pongo a Londra, ma presente online (mamma, sono collegato da sei mesi, c’è qualcuno che mi caga?).
E la Gine, beh che dire, una vera icona di stile.
Mi sono trovata subito a mio agio e ho benedetto il mio Mac e il web, che mi hanno dato la chance di conoscere gente così.
Unico neo ;-), la conversazione leggermente criptica a tavola. Esempio: ieri ho visto la Palla. Chi, la figlia dell’Uomo Cubo? No, la nipote della Gufa.
E poi grandi chiacchiere, fino alle quattro di mattina, con la Cilvia. Abbiamo dormito (si fa per dire) insieme, come si faceva ai tempi del liceo.

Shopping selvaggio con la Gine.
Erano secoli che non mi capitava. Siccome sono poco self-confident, nonostante i consigli delle due femmes  ho finito per comprare due paia di jeans, taglia 46 e 44 (mi vanno bene quelli più piccoli). Identici.

Minibarcamp. Al bar.
Che bello incontrare Paolino e la Miciona. Che bello avere la conferma tangibile che le persone con cui dialoghi quasi quotidianamente esistono veramente, dall’altra parte del monitor.
Che hanno tante cose interessanti da dire. Che sono contente di conoscerti.
Che bello.
Anche il negroni, non era male.

La discoteca degli umpalumpa.
Con la Cilvia, la Gine e la sua mitica amica Puttanna, a ballare in una specie di container stipato come un barile di sardine. Con tanti omini che si facevano largo tra la folla per recuperare i bicchieri vuoti, genialmente soprannominati dalla Gine umpalumpa, come i mini operai della Fabbrica di cioccolato di Roald Dahl.
Mi sono proprio divertita, a parte dopo, nella nebbia, alla ricerca di un taxi che non arrivava mai.
Ma era comunque troppo presto: quando siamo tornate a casa abbiamo trovato Marco, detto Il Brambilla, davanti alla TV che mangiava bresaola.
Oh, siete già qui a rompere i coglioni? Vi aspettavo per le cinque… 😀

A colazione dalla gazzella somala.
Dulcis in fundo, a pranzo dalla cu, che ci ha preparato una vera delizia ai carciofi.
Cara gazzella, sei sempre la mia cu preferita.

Tornando, in treno ho dormito per tutto il tempo, con Devendra Banhart sparato nell’iPod.
Camminando verso la macchina, che avevo parcheggiato in collina, ho pensato cinque cose:
quasi quasi riprendo l’eurostar e torno subito a milano
mi piacerebbe tanto avere qualcuno che mi venisse a prendere alla stazione e mi dicesse bentornata a casa
è bello camminare tutta sola nella mia città
grande, questo weekend
grazie, Cilvia.

soundtrack: My favourite things, John Coltrane