In questa mattina sottozero, probabilmente l’ultimo post del 2006.
Un anno bellissimo, perché ho trovato e ritrovato delle persone speciali, e bruttissimo, perché ne ho perse altre.
Un anno che mi ha insegnato tante cose, tra cui:
che mi piace ballare il tango
che ci si può ammalare all’improvviso
che da certe cose non si guarisce mai.
Dico addio a quest’anno, e mi sento a metà strada tra il sollievo e il rimpianto.
Per quello che verrà, avrei una lista di desiderata.
Ma non la scrivo, un po’ perché voglio che queste cose si avverino, un po’ perché forse son sempre le solite quattro cose noiosissime da leggere, un po’ perché sì.
Piuttosto (citando parole non mie), più realisticamente, una piccola preghiera:
Oh, aiutami a fare come si può, prenditi tutto quello che ho.
Insegnami le cose che ancora non so, non so.
E dimmi quante maschere avrai e quante maschere avrò.
Parto, col gatto e col cotechino.
Buon anno a chi passa di qui. Che sia buono davvero.
soundtrack: The long & winding road, The Beatles