the long goodbye

In questa mattina sottozero, probabilmente l’ultimo post del 2006.
Un anno bellissimo, perché ho trovato e ritrovato delle persone speciali, e bruttissimo, perché ne ho perse altre.
Un anno che mi ha insegnato tante cose, tra cui:
che mi piace ballare il tango
che ci si può ammalare all’improvviso
che da certe cose non si guarisce mai.
Dico addio a quest’anno, e mi sento a metà strada tra il sollievo e il rimpianto.

Per quello che verrà, avrei una lista di desiderata.
Ma non la scrivo, un po’ perché voglio che queste cose si avverino, un po’ perché forse son sempre le solite quattro cose noiosissime da leggere, un po’ perché sì.
Piuttosto (citando parole non mie), più realisticamente, una piccola preghiera:

Oh, aiutami a fare come si può, prenditi tutto quello che ho.
Insegnami le cose che ancora non so, non so.
E dimmi quante maschere avrai e quante maschere avrò.

Parto, col gatto e col cotechino.
Buon anno a chi passa di qui. Che sia buono davvero.

soundtrack: The long & winding road, The Beatles

sogni

Strano a dirsi, ma a me piace tantissimo quando qualcuno a cui voglio bene si addormenta in mia presenza.
Lungi dal pensarlo come un gesto di scortesia o di scarsa attenzione, lo considero invece come un sintomo di benessere, confidenza, percezione di essere accolti.

Ricordo ancora con affetto quella volta in cui il mio amico Lago, durante una conversazione telefonica bisbigliata, è partito improvvisamente per il mondo dei sogni.
Da un momento all’altro ho sentito un bel respiro regolare, e quando l’ho chiamato lui si è svegliato e mi ha chiesto scusa.
Io, invece, ero così intenerita.

Stasera Simo è venuto a cena, si vedeva che era stanco.
E dopo le feste natalizie nella sua città lontana, anche un po’ senzacasa.
Così, dopo la pasta con le cime di rapa a lume di candela, sul sofà vicino ai kids che guardavano Il castello errante di Howl, è dolcemente scivolato nel sonno.

Io mi sono messa a stirare, e ho pensato che la tenerezza è anche fatta di silenzi.
E di sguardi non visti.

soundtrack: Sleep, U2

la famiglia

ore 11.00
telefono.

Non è che potete arrivare dalla mamma a mezzogiono e mezza?
… veramente ho promesso a Cami che le scaricavo un po’ di musica sull’iPod, non eravamo d’accordo per l’una e mezza?
Ma L. non ha fatto colazione e adesso è troppo tardi per dargli qualcosa da mangiare. Beh, almeno non fare come tuo solito, che arrivi alle due meno dieci.
Vediamo di essere seduti per l’una e mezza, ok?

ore 13.30
casa di mia madre.

Ecco, arrivano sempre in ritardo, quei quattro là. Ma cos’avranno dimenticato.
E io che mi sono arrabattata a fare tutto, e adesso ho male alle ginocchia.
Nessuno ha il minimo rispetto per me.
E tu, smettila di dimagrire, stai diventando brutta.

ore 14.00
a tavola.

ahahahaah, zia, le scarpe che hai comprato alla Cami sono tarocche, ti sei presa una fregatura.

ore 15.30
dopo pranzo, sul terrazzo, prima sigaretta della giornata.

Ah, ora ti dai al fumo?

ore 16.30
piccola passeggiata da sola.

Sole, iPod a palla.
Fino alla casa dei miei sogni, divorata dall’edera.
Improvvisamente, da dietro un cancello, il profumo fortissimo di un calicanto in fiore.

ore 17.00
abbiocco davanti al caminetto, mio cognato russa all’altro capo del sofà.

Vedo che sei di compagnia.
Scusa, sono stanca, mi sono addormentata…
Anch’io sono stanca, ma sto coi bambini, altrimenti poi si annoiano.
(ah sì?)

ore 20.00
cortile, auto con gli sportelli aperti.

Cosa fai da capodanno in poi, vai via?
Non so ancora, forse sì.
Andiamo bene, così la mamma resta da sola.
Del resto noi non abbiamo scelta, fino a capodanno F. è di guardia.
Dopo andiamo via. Ricordati che la mamma allora resta sola.

soundtrack: La mia casa sei tu, Pino Daniele

shampoo

Ma allora è una mania.
Tutto il personale travestito da babbo natale, passi.
Però il sottofondo musicale…

Vi è mai capitato di farvi fare un taglio o un brushing al suono di adeste fideles?

soundtrack: She’s a maniac, Hall & Oates

la fine è nota

Ecco.
Se ne sono andati.
Il confronto sul gameboy tra il padre dei kids e la sottoscritta è finito in  un silenzio gelido.
Pietro ha consegnato la letterina di natale ai genitori ed è uscito trascinandosi dietro la borsa del rugby.
La Cami ha fatto ciaociao con le cuffie nelle orecchie e si è chiusa la porta alle spalle.

Giro su me stessa e guardo l’albero, quello che ho addobbato sotto beaujolais: sempre più storto, con le palline tutte raggruppate da una parte.
Oltre il muro, le vicine di casa si stanno scannando.
Il cielo è bianco, perché il sole è tramontato ma non fa ancora buio. La radio continua a berciare che oggi è la vigilia della vigilia della vigilia.
Dovrei avere la forza di andare in cucina e mettermi a fare il lemon curd.

E invece no.
Spengo la radio.
Mi sdraio sul sofà e chiudo gli occhi.
C’è un groppone che mi viene su. Deglutisco.
Cerco di abbracciarmi.
Ma quando finirà questa guerra.
Accendo l’iPod.

… daddy, daddy, come and look
see what I have found
a little way away from here
while digging in the ground
come away melinda
come in and close the door
it’s nothing, just a picture-book
they had before the war…

Beh.
Cilvia, Calvin, Lulu, Bea, Alex Bond, Concajoni, Dulcamar, Pijamino, Estrellita, Tippe, Macellai, Secretango, Tambu, Gazzella, Under, Apicoltore, Anticamera, Variabile, Francis.
Buon natale, dai.

soundtrack: Come away Melinda, Uriah Heep

amiche

Che bello, ho il weekend libero e sabato vedo la Pat.
In un periodo grigietto come questo, ho molti motivi per essere contenta di passare un po’ di tempo con lei.

Ci conosciamo da 22 anni e ci siamo guardate in tutte le salse, emotive e anche di look.
È una donna bellissima con un odore fantastico, ogni tanto le dico che se fossi un uomo la sposerei.
Ha una piccola casa in una delle più belle piazze della nostra città, il pellicano dice sempre che è una casa che "ispira a fare all’amore".
È una cuoca strepitosa, la sua insalata russa è assolutamente perfetta.
Mi ha fatto conoscere delle vere delizie, tra cui le puntarelle con l’acciugata e la lingua in salsa verde.
Ogni tanto è feroce, ma ha le sue ragioni. Ed è feroce in modo comico, quindi irresistibile.
Tifa per me.

Quando ci vedremo, ci butteremo nelle solite cose che facciamo sempre quando siamo insieme:
un giretto sotto i portici
un aperitivo con chiacchiere
racconti orribili sui maschi
un film che ci piace
una cena cucinata da noi due
grandi risate
la condivisione del bagno, tanto per non dover smettere di parlare, neanche per un minuto
una bella dormita, quando sopraggiungerà lo sfinimento vocale e uditivo
una colazione coi fiocchi.

Baratterei volentieri l’appuntamento con l’uomopiùficodelmondo, per una serata con la Pat.
E non lo dico tanto per dire.

soundtrack: Perfect day, Lou Reed

merry christmas, mister lawrence 2

Alla riunione di équipe.

Mentre una nostra collega straniera molto somigliante a Frau Blucher spiega con voce tonante che:
si ciò dui malade come faccie pour compilar le modulò, tire dui riche sotto, sì?,
il metallaro ed io ci mostriamo a vicenda, sotto il tavolo, le nostre buste paga con su la cifra della tredicesima.

Provocandoci delle incontrollabili crisi di fou rire, che non sappiamo bene come nascondere.

soundtrack: Money, Pink Floyd

merry christmas, mister lawrence 1

Ero un po’ malinconica.
Allora, per ripigliarmi, ho deciso di andare a comprare i regali.
Eh sì, tra che il soldi son quelli che sono, e la mia sindrome prenatalizia incombente, mi son ridotta proprio quasi all’ultimo momento.
Mentre guido, ripasso mentalmente i desideri dei kids.
Si vede che son quasi grandi: la Cami vuole un paio di nikesilver e l’iPod, Pietro il gameboy e un gioco dal titolo incomprensibile con sulla copertina dei similconigli gommosi con l’aria assatanata.

Ora, non è che io sia molto lanciata su queste cose qui.
Ma stanno crescendo, e in fondo non hanno molto.
Come dice la Cilvia, a quest’età vogliono fare gruppone.
Sono queste le cose che hanno i loro amici.

La scorsa settimana ho chiesto al loro padre di dividere la spesa almeno per le scarpe: mi ha guardata come fossi una mentecatta e ha infilato la porta bofonchiando «ma per favore…»

Così mi sono decisa da sola, sputtanandomi tutti i risparmi e con un aiutino da mia madre e da una zia, ad accontentarli, per una volta.
Dai, per stavolta babbo natale non avrà fatto finta di non sentire.
Le scarpe per la Cami le ho trovate su e-bay a un prezzo più che decente, speriamo solo che ce le abbiano spedite per tempo.

Intanto arrivo al centro commerciale. Mi infilo nel girone infernale e per fortuna riesco a trovare un iPod tipo il mio ma più "piccolo", il famigerato gameboy e il gioco dei conigli gommosi in pochi minuti.
Ché io quei posti lì non li sopporto.
Il salasso è stato meno doloroso del previsto e sono contenta, immaginando la faccia che faranno i kids, la mattina del 25.
A casa trovo Pietro al telefono con suo padre: ha l’aria preoccupata.
Dopo un po’ mi raggiunge in cucina e mi fa: mamma, papà mi ha detto che non posso chiedere il gameboy a babbo natale, anzi, davvero, non lo voglio più. Tanto, è come stare a fissare come degli idioti per ore e ore una finestrina.

O_o
E adesso, che cazzo faccio?

soundtrack: Misunderstood, Robbie Williams