Siccome la Nina è in calore e qui ci sono un sacco di cani maschi, per non rischiare una rissa collinare (arriverebbero da chilometri e chilometri) la poveraccia è costretta ad una vita di clausura nella mia monacale cameretta. Lei ovviamente staziona sul mio letto che ha ridotto (si strappa le mutande-pannolino e fa a pezzi le traversine) ad una scena grandguignolesca di bassa macelleria (chi ha avuto una cana in quello stato sa cosa voglio dire).
Però ci facciamo tanta compagnia: io metto sullo stereo Bonnie Prince Billy e disfo gli scatoloni, lei dormicchia.
Poi la porto a spasso quattro volte al giorno, anche di notte.
E camminare nelle vigne, pressoché al buio, ha il suo fascino.
Si sentono ancora i grilli e le civette.