i favoriti della luna

Per chi non lo sapesse, I favoriti della luna, oltre ad essere il titolo di un bellissimo film di Otar Ioseliani, è un modo carino per chiamare i ladri.

E stanotte, che ho fatto tante panelle (e tante ne ho mangiate, e che buone che erano) ma lo stesso non so rassegnarmi al sonno, girando per i miei favourites, sono capitata qui, e nei commenti ho trovato una cosa che mi ha fatto ridere, perché è vera, c’è poco da dire.

L’ho rubata, ma metto anche l’autrice, ché sono una ladra gentiluoma 😉


Ti fornisco il traduttore simultaneo per gli amici ruffiani (che hanno il pregio, almeno, della cantina ben fornita…).

“E’ UN RAGAZZO D’ORO” = è vergine.
“E’ UN RAGAZZO DA SPOSARE” = è un mammone.
“E’ UN TIPO “= è un cesso.
“PUO’ PIACERE”= a me fa cagare.
“CON LUI PARLO BENE” = non ci scoperò mai.
“E’ UN TIPO ROBUSTO” = è un grande obeso.
“E’ UN PO’ STEMPIATO” = è completamente pelato.
“E’ UN TIPO ORIGINALE” = veste da cani.
“E’ UNA BRAVA PERSONA” = è un impotente.
“SA FARE UN PO’ DI TUTTO”= con le mani fa un sacco di danni.
“E’ UN TIPO FUORI DAGLI SCHEMI”= puzza.
“E’ UN TIPO CLASSICO”= nonna papera è più sexy.
“HA UN SUO FASCINO (OCCULTO)”: è inguardabile.
“E’ MOLTO SENSIBILE”= è molto depresso.
“E’ DI COMPAGNIA” = ha zero iniziativa.
“NON E’ UN TIPO CASA E CHIESA” = è una troia da combattimento.
“HA MOLTA PERSONALITA’” = ha due tette così.
“ASPETTA L’UOMO GIUSTO”= ha le ragnatele.
“E’ UN PO’ ESUBERANTE” = è molto porco.
“HA DEI BEGLI OCCHI “= per carità non guardare più in basso.
“SOCIALIZZA FACILMENTE”= è una zoccola tremenda.
“E’ ANCORA UN BELL’UOMO”= è un cesso, ma per te che sei rovinata, può andare anche bene.

……

Non sono sessista, naturalmente isignoriuominidipassaggio possono (fatte le dovute modifiche) volgere le voci maschili al femminile.

E viceversa.

🙂

soundtrack: Te amo corazón, Prince

l'effetto dei raggi gamma sui fiori di matilde

ranuncoli

Adoro i fiori
e, siccome mi piace averli in casa (anche se è un lusso, ma al supermercato qui si trovano), me li compro, sì.

Questi, come potete vedere, sono dei fantastici ranuncoli bianchi, i miei preferiti.
Veramente, i miei preferiti in assoluto sono i ranuncoli gialli selvatici, quelli dei prati.

Per intenderci, quelli che quando si era piccoli ci si metteva sotto il mento per vedere il riflesso dorato 🙂

A Dogville, da marzo in poi, ce n’erano a profusione, facevo delle spedizioni apposta e tornavo carica ed erano così belli, duravano anche una settimana, bastava aggiungere acqua.

Spero di trovarli anche qui, mi farò spiegare dove posso raccoglierli, altrimenti andrò in esplorazione (che è una delle mie specialità, mi sembra).

Nel frattempo, sono belli anche questi.
Da guardare, per non pensare.

Ed è bella anche la soundtrack, che in qualche modo c’entra con i ranuncoli.

Leonardo [grazie :-)], che me l’ha mandata stasera, un po’ sa perché.
Lui che i ranuncoli gialli dei prati, scommetto che li ha a tre metri da casa.

(e io lo so, perché li ha) 😉

la ley del deseo

Forse sarà stata colpa di un  bruttomabrutto film di Aranda che ho visto mentre stiravo la tua roba.

Forse di una frase sulla fatica delle madri sole che mi ricordo in Tutto su mia madre.

Forse guardarti in faccia, stasera.

Forse anche pensare a come mi è andata.

Forse è solo che sono un po’ esaurita.

Ma, anche se non voglio, forse è proprio vero che esiste un destino che ci si passa come un testimone e che si ripete.

E, che anche se non voglio, anche se vorrei dare tutto quello che ho e anche me stessa perché non sia così.

Ho paura che sia così.

soundtrack:

qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d'europa

Oh, beh, si potrà dir tutto di me, tranne che sono una bacchettona.

E quindi, appena la mitica Pat mi ha passato il link, mecesonobuttata, e l’ho pure aggiunto agli amici 🙂

In attesa di mettere le mani sull’edizione italiana della sua Cucina per impostori (ma trovassi anche quella spagnola, andrebbe bene lo stesso) che lui stesso definisce  "una selezione di ricette per lasciare senza parole tutti quei noiosi, petulanti e pretenziosi che credono che la cucina sia un affare per pochi eletti", ho esplorato in lungo e in largo il suo blog e credo che presto proverò a fare qualcosa.

Se non siete bacchettoni nemmeno voi, fateci un giro.

Secondo me, vale la pena.

soundtrack: Nessuno mi può giudicare, Caterina Caselli

il soldatino di latta

Ehm, veramente sarebbe di piombo.

Però la gamba è quella giusta 😉

Sono indecisa se stare ferma per un po’, qui sul blog, o se continuare a scrivere cambiando rotta.

Oh, tra poco arriva la primavera, mi lascerete pure essere un po’ vaga, eh?

Tanto, alla fine lo sapete che faccio sempre il bravo soldatino.
🙂

soundtrack: Generale, Francesco De Gregori

le particelle elementari

Vabbene che io sono, per molti versi, da scuola primaria.

Ma mi sia consentito dire che, alla gran parte degli uomini che ho conosciuto ultimamente (ok, anche ad alcuni che conosco da una vita), io gli metterei il grembiulino a quadretti e li manderei all’asilo.

E non lo dico con soddisfazione, anzi.

soundtrack: Tristezza (per favore vai via), Ornella Vanoni

un piede in paradiso

mezzeroEh, sì.

Quando meno te lo aspetti, i miracoli accadono.

Cioè, capita che sei andata a letto con un magone grosso come una casa (come sempre, ultimamente), e senso di nostalgia e di mancanza e di estraniamento.

Ma poi.

Dormi come un sasso, senza sogni, e ti svegli con la suoneria del cellulare nemmeno tanto tardi e stranamente non è atroce e se ti sbrighi perché devi essere ad una riunione al liceo lo fai senza la solita angoscia.

Guidi piano, e te lo canta anche Concato dall’autoradio, per una volta sei pure puntuale, Milano ti sembra umana, c’è perfino il parcheggio.

Riesci a passare da quel negozio a cui dai la caccia da sei mesi e guardaguarda, c’è un mezzero in saldostracciato che aspetta proprio te.

E così prende il via una bella giornata, una giornata finalmente normale, una giornata perfetta nella sua semplicità, una giornata in cui metti da parte le bollette da pagare e le mail stronze e minacciose e il bancomatbloccato e la pauradinonesserecapace, una giornata in cui riesci a mangiare seduta e a parlare in modo decente con tua madre e tuo figlio ha degli amici che stanno volentieri con lui, e te li scarrozzi per una città che non conosci a comprare i miniskates e non ti perdi nemmeno e quando torni alle sei di sera gli prepari la merenda e loro giocano tranquilli con le loro cazzatine e a te ti sembra di respirare, per una volta, e dentro lentamente ti allarghi e ti spiattelli come un elefante marino sdraiato su una spiaggia al sole e ti viene anche voglia di fare, inchiodi la stoffa che odora di patchouly al muro del soggiorno e poi guardi l’effettochefà e pensi che è bella, la tua casa, e già che ci sei, nel turbine dell’entusiasmo, appendi l’affiche di Warhol sopra il sofà e monti le tende e di nuovo guardi e di nuovo pensi che non è affatto male e gli amici di tuo figlio restano a cena con sua grande gioia e tu sai che è così importante per lui e ti senti felice e cucini canticchiando le robe buone che piacciono ai bambini e poi tutti di corsa si va in un’altra casa e mentre loro smanettano il pc tu giochi a burraco con i tuoi amici e poi torni a casa e quando accendi la luce ti sembra una casa nuova di zecca e i kids vanno a nanna senza fare storie e a te ti si è addirittura sgonfiata la pancia.

Erano secoli, che non ti capitava una giornata così.

E domani sera, vai pure al cinema.
Pensa te 🙂

soundtrack: Nightswimming, R.E.M.

ho voglia di te

cibogattoEcco, questa è la nuova pappa che ho comprato per Spago.

Sarà piùommeno la solita porcheria, ma mi sembrava incoraggiante quella scritta lì per chi fa la bella vita.

Eh, bella vita è una parola un po’ grossa.
Povero Spago, chissà quanto è infelice, non credo basterà il cibodaprigioniero o la sabbietta di cristalli mangiaodori a ripagarlo del suo prato perduto.

Anche se mangiare, per noi animali da appartamento (dico noi perché ho fatto la stessa fine: redazione-casa, casa-redazione, il ginocchio non funziona ancora e le uniche passeggiate che faccio vanno dalla scrivania alla stampante e viceversa) diventa poi una consolazione e/o un succedaneo di qualcosa che non c’è.

Ebbene sì, io mangio.

Chi mi conosce bene sa che mangio quando sono felice e libera.
Figuriamoci quando mi sento prigioniera.

E siccome ultimamente sembro una boa e non mi entra più niente (non che mi preoccupi più di tanto, mica devo uscire o vedere gente, se è per questo non mi depilo dall’estate scorsa) stasera ho pensato di fare l’elenco – con orrore della Silvia, che invece al cibo è poco interessata, di tutto quello che mi sono ingurgitata tipo oggi.

Non so se ha senso, però magari serve a qualcuno (a non sentirsi l’unico/a che fa robe del genere, a sentirsi bravo, a sentirsi una cacca e a decidere di mettersi a dieta), oppure serve a me.
Chi lo sa.

Comunque, ecco qua.

Al mattino una bella tazzona di caffè (tre dosi, altrimenti non connetto) con il latte e il dolcificante [ci tengo alla linea, eh? ;-D] e tre biscotti di quelli sottili.
Al burro (e beh?).
Devo ricominciare con lo yogurt, ma poi non faccio sempre a tempo.

Zoppin zoppetti raggiungo la redazione e alle undici sì che ci sta il caffè della macchinetta, però anche tre cioccolatininespresso messi lì dalla famigeratacadetti apposta per tentarmi, e perchénò tre clementine.

All’una, rizoppin rizoppetti torno a casa e lì ci sta in agguato il pranzo dei kids.
E che c’hai una bella voglia di dire oracucinomanontocconiente. Ma va’.

Così faccio gli gnocchi tricolori alla bava e in piedi me ne tracanno due cucchiai, oplà.
Poi c’era quell’avanzo di carne fredda col filo d’olio e vabbè e l’insalata di spinacini freschi col parmigiano a scaglie (ma quella fa bene) e mezza pagnotta che è così croccante che non resisto (però ieri sono stata più brava: sushi e basta).

Ma è tornata al lavoro, che comincia il götterdämmerung (per chi non avesse mai visto Visconti, significa la caduta degli dei): altri due cioccolatini, un pacchetto di crackers scippati alla signoradonata, due caffè strazuccherati, quattro clementine, due caramellegelatinosesperlari alla pesca  (chiunque le abbia portate: te possinooooo!).

Per proseguire poi a casa: fetta di pane con gorgonzola d.o.p., vellutata di zucca, arrosto di maiale con i carciofi (facendo scarpetta, ovviamente), avanzo dello sformato di finocchi di ieri e, mentre sparecchio, in rapida successione una miniscamorzina affumicata, altro pezzo di pane col gorgonzola, mezzo pomodoro, sette lychees, due fette biscottate con la marmellata fichielimoni della Gazz.

Oh.
Direi che per una bestia sedentaria come me, è più che abbastanza.

O no?

È che io avrei ancora fame

soundtrack: La donna cannone, Francesco De Gregori