Credevo di essermi emozionata abbastanza in dodici (quasi) anni di recite scolastiche.
Di natale, di pasqua, di festadellamamma, di fineannoscolastico.
Invece no. Stavolta non me lo aspettavo.
Come (quasi) tutti saprete, oggi è l’ultimo giorno di scuola.
E io sono andata a vedere il saggio finale, ovvero “festa della musica” della mia figlia maggiore, che ha finito la prima media.
Eh, insomma è stato tosto.
Anzi, tostissimo.
Nove classi si sono prese per conto loro e, per una volta, si sono sbarazzate degli adulti e si sono totalmente autogestite.
E hanno fatto meraviglie, tutti. Mica solo la classe di mia figlia 😉
Si sono scelti dei pezzi che sconquinferano anche noi “grandi”, tanto per dire Madonna, o B. Spears, o Eminem.
>Insomma una specie di ponte tra noi e loro.
Si sono fatti da soli le coreografie: incredibili. Noi alla loro età eravamo praticamente delle foche…
Io li ho guardati, tutti.
E non riuscivo a smettere di piangere. Non per una commozione canditamente materna, per carità.
Ripeto li ho guardati tutti, e credo, allo stesso modo. I maschi un po’ più goffi.
Ma niente male, certi passi hip hop :-)…
Ma le femmine… uno spettacolo. Tutte quante: grasse magre alte basse, ma che belle, accipicchia.
E come ballavano. E che sguardi. Coraggiosi. Sfrontati. Fiduciosi.
Aperti su un mondo che io sinceramente non so se sarà loro.
Poi alla fine, tutte le terze hanno fatto Imagine, che può essere ormai banale, ma a noi sui 45 ci fa sempre un effettone…
Tre file, una di flauti, una di voci, una di tastiere. E in un angolo, due ragazzini sparuti con le loro chitarre elettriche, i loro amplificatorini e il loro pedalini per gli effetti.
Ho mangiato musica per quasi vent’anni.
Quei pedali mi hanno fatto venire la pelle d’oca.
E chissà se capivano veramente, mentre cantavano, cosa vuol dire “and no religion too”… ma secondo me, confusamente, sì 🙂
Noi viviamo in un paese agricolo che puzza di letame, niente di che. Agricoltori e piccoli imprenditori.
Molti immigrati, moldavi, rumeni, albanesi.
È tutto molto normale, non mi sarei aspettata una cosa così. Un tale amore per la danza.
La cosa più commovente che abbia mai visto, davvero.
E tutte queste espressioni significavano una cosa sola.
Maschi, femmine: ci guardiamo, ci annusiamo, cerchiamo un contatto.
Ma non siamo sicuri.
soundtrack (evidentemente): What a feeling, Irene Cara