Metti una notte da lupi, con pioggia a rovesci e nebbia che neanche un bicchiere di acqua e anice (cit. Paolo Conte, La fisarmonica di Stradella che , come canzone, va benissimo da queste parti).
Metti che si decida di, anziché cenare, andare a franare in un circolo moltomolto campagnolo dove, in realtà, si mangia malissimo ma si beve benissimo (e costa davvero poco).
Metti che nell’ambiente, tipo oratorio anni sessanta, sia sabato e quindi karaoke (ma va?).
Metti che si sia tutti un po’ sù di giri e che si dica maddài, buttiamoci.
Metti che ci si dica ma sì, facciamo un pezzo speciale, tra Gerardina Trovato e gli eterni Nomadi di repertorio stasera. Che facciamo? Facciamo la nostra canzone che ascoltavamo quando venivo a casa tua a fare i compiti e avevamo 12 anni?
Be’ ma non si sa mica se ce l’hanno. Trattasi di Venus degli Shocking Blue, 1968, chi se la ricorda più…
Metti che invece il computer di turno (quello del karaoke) la recuperi lipperlì.
Quindi ormai siamo fregati.
In attesa, io vado nei cessi del circolo a ripassare, con il cellulare all’orecchio.
Sono anni che non canto. E, in più (esattamente come ai tempi in cui cantavo davvero) sono timida.
Metti che poi la cantiamo (insomma, gli altri dietro e io davanti, uffa) e per me, dopo 10 secondi, è una scarica di adrenalina che mi prende dalla testa ai piedi. Non so spiegare. Non c’entra il posto, non c’entra la gente.
C’entra la voce, una parte di me che uso pochissimo, da quasi due anni a questa parte.
Per una volta, io, la mia voce la sento davvero. In modo naturale. Parte da me e si muove totalmente libera, sembra che non sia nemmeno mia. Viene fuori da sola e io quasi quasi mi spavento.
Insomma, non so se quel pezzo così semplice, e beat, e strano e, a suo modo unico (una specie di one shot, non credo abbiano più inciso nulla) poi quei quattro cowboy lo abbiano ascoltato.
Poco importa. Ma non so se stanotte riuscirò ad addormentarmi.
E, mentre torniamo a casa, sempre nella nebbia, io me ne sto a faccia in sù e guardo quel poco di cielo che si lascia guardare e penso vita, vita, quando vieni a prendermi?